Fair Play

Silvio 9 anni (Italia)

Daniele, un ragazzino di nove anni atletico e sveglio, adorava tutti gli sport. Era molto competitivo però e voleva sempre primeggiare in ogni gara sportiva. Amava nuotare, giocare a tennis e soprattutto la corsa a ostacoli. Aveva il vento tra capelli quando spiccava i salti e si sentiva libero e felice. 

Un giorno nella sua classe arrivò un nuovo bambino di nome Andrea che era molto spiritoso e subito tutti i compagni ci strinsero amicizia perché li faceva ridere con le sue barzellette divertenti. A Daniele però non stava molto simpatico, era infatti invidioso del suo successo e del fatto che nessuno volesse più guardare le tante coppe e medaglie che aveva vinto. 

Così una mattina a ricreazione, lo sfidò davanti a tutti a partecipare alle olimpiadi dei bambini che il maestro di ginnastica organizzava ogni maggio per festeggiare la fine dell’anno scolastico. Daniele era furbo e sapeva che Andrea non era un grande sportivo e che l’avrebbe potuto battere facilmente. Per essere ancora più sicuro della vittoria gli propose di gareggiare nella corsa a ostacoli, il suo sport olimpico preferito. Il nuovo bambino sulle prime voleva rifiutare temendo di fare brutta figura davanti a tutti i compagni, ma visto che Daniele insisteva si decise ad accettare. 

Venne la mattinata della gara e i due erano ai blocchi di partenza; le regole erano chiare, chi fosse arrivato prima dell’altro sarebbe diventato il più popolare della classe. Il maestro di ginnastica era pronto a dare il via e Daniele guardò con aria di sfida Andrea. Non sopportava proprio di perdere, competitivo com’era. Quando fu dato il segnale entrambi i bambini scattarono in avanti, ma Daniele, più allenato, guadagnava terreno e distanza e in men che non si dica fu primo. Andrea faceva quel che poteva per saltare gli ostacoli, ma era più lento essendo meno abituato a praticare sport. 

La gara era al suo culmine e Daniele vedeva il traguardo sempre più vicino e già pregustava l’applauso dei compagni, le lodi del maestro e l’ennesima medaglia da lucidare. A un tratto alzò le braccia al cielo convinto di avercela fatta e si voltò d’istinto per controllare dove fosse posizionato Andrea. Girandosi però, non si accorse che c’era un ultimo ostacolo da saltare e gli andò addosso, inciampò ruzzolando in terra e prese una storta alla caviglia. Tutti gli altri bambini dagli spalti sussultarono, mentre il resto dei corridori man a mano lo sorpassava e giungeva al traguardo. A Daniele vennero le lacrime agli occhi e chinò il capo, convinto ormai che non avrebbe vinto nessuna medaglia questa volta e che il suo sfidante lo avrebbe superato e sconfitto. 

All’improvviso però, si sentì toccare lievemente una spalla, alzò lo sguardo e rimase stupito: Andrea si era fermato accanto a lui e gli stava sorridendo mentre gli porgeva una mano per aiutarlo a rialzarsi.

«Appoggiati a me amico mio, così la caviglia non ti farà troppo male e potremo tagliare assieme il traguardo!»

Allora Daniele capì e ricambiò il sorriso mentre si lasciava aiutare. Stretti in un fraterno abbraccio si diressero con molta calma all’arrivo e il maestro applaudì commosso per il fair play dimostrato tra i due ora non più rivali. Da quel giorno Daniele e Andrea divennero amici per la pelle e l’uno insegnò i principi dello sport all’altro in cambio di qualche barzelletta divertente. 

Una opinione su "Fair Play"

  1. Un racconto davvero emozionante…una penna magica che vuole sottolineare il vero valore dello sport!!!!
    Silvio sarà felice di leggerla…. Grazie Giulia….continua a farci sognare e la corsaad ostacoli sarà più divertente!!!!Viva l’amicizia!

    "Mi piace"

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