Storia di Sole che si annoiava

Demian 6 anni (Italia)

Sole se ne stava in panciolle nell’immenso spazio nero, bruciava piano sorridendo soddisfatto della luce accecante che spargeva tutto intorno. 

Orbitava sulla via Lattea, deserta e spazzata da venti galattici e si congratulava con se stesso per il cosmo infinito tutto a sua disposizione, orgoglioso come se lo avesse creato lui. 

Passava le giornate a pettinarsi i raggi: li intrecciava, li lisciava, li accarezzava, li raccoglieva da una parte, li acconciava in complicate pettinature, soddisfatto per la magnificenza della sua chioma. 

Poi Sole cominciò ad annoiarsi, voleva mostrare i suoi raggi a qualcuno, voleva fare qualcosa di diverso che orbitare solo come una stella triste, voleva qualcuno con cui parlare, un compagno di giochi con cui ridere.

Quando la solitudine diventava insopportabile, Sole faceva a gara con se stesso per vedere quanto lontano riusciva a mandare i suoi raggi che scomparivano inghiottiti nella pancia dell’universo come dentro una grossa bocca affamata.

«Mi annoio, uffa…» sussurrò Sole, ma nessuno rispose perché nelle vicinanze dei suoi raggi incandescenti, nessuno poteva stare.

All’improvviso, essere tanto bello e luminoso non gli piaceva più: nessuno si poteva avvicinare a lui senza rischiare di bruciarsi. 

«Mi annoio!» esclamò, ma nessuno rispose. Sole tendeva l’orecchio, ma niente, un silenzio galattico e molliccio era l’unica cosa che gli rimbombava nelle orecchie.

«Mi annoio!» gridò Sole, poi si rese conto che continuare a ripeterlo non gli avrebbe fatto trovare degli amici con cui parlare e gli venne in mente una frase che un giorno qualcuno gli aveva detto: “Non avere paura di annoiarti: la noia è tua amica, se la accetti e non la combatti ti farà venire idee meravigliose e ti aiuterà a notare mille dettagli che stavano proprio di fronte al tuo naso e che non sapevi vedere.”

«Benissimo, allora, mi annoio: idee, dove siete?» Sole stava all’erta, pronto a ricevere ogni spunto e suggerimento, strizzava le palpebre scrutando il nero immenso per cogliere quei dettagli che potevano essergli sfuggiti. Passò un’ora, ne passò un’altra e a Sole venne sonno. «Uffa, che noia!»

Si girò dall’altra parte e si addormentò. Sognò un’altra stella nana, fatta proprio come lui, bella tonda e ribollente di idrogeno ed elio, splendeva di una luce bianca tanto intensa che Sole dovette mettersi un raggio davanti agli occhi per guardarla.

«Finalmente, ho trovato un’amica!» Sole era raggiante e lanciava spruzzi di luce a destra e a sinistra mentre sfrecciava nel vuoto galattico per andare a conoscere quella che sarebbe stata la sua compagna di giochi.

«Fermo lì, Sole!» Una stella bruna molto seria se ne stava impettita di fronte a lui con il coltello sguainato. «Ancora un passo e ti raso i raggi a zero!»

«E tu chi sei?» chiese Sole con i raggi pallidi e tremolanti.

«Sono Noia, mi conosci bene.»

«È vero, e non mi stai per niente simpatica,» sbuffò Sole. «Stai sempre con me, ma non ti fai vedere e non mi dici una parola e adesso che ho trovato una nuova amica mi vuoi impedire di raggiungerla.»

«Sei tu che non mi parli mai!» gridò la piccola nana bruna.

«Ma se non ti ho mai visto! Se fossi venuta prima avremmo potuto giocare insieme.»

«Se tu non stessi tutto il tempo a pettinarti i raggi sarei venuta, ma sei troppo vanitoso per guardarti intorno!» disse Noia. «Adesso che mi vedi, sarò io la tua nuova amica!» esclamò Noia brandendo il coltello verso l’alto.

«Tu?» Sole aveva molti dubbi, Noia non gli piaceva neanche un po’ con quel brutto coltellaccio arrugginito tra le mani, gli faceva paura.

«Io so essere una buona amica, ma nessuno mi capisce, tutti mi odiano e mi cacciano via, nessuno mi dà una possibilità.» Noia scoppiò a piangere disperata, spargendo grossi lacrimoni color liquirizia, color topo, color cacca secca, Sole si allontanò per non farsi una doccia.

Che pianga pure, pensava Sole. Lei non è mai venuta a giocare con me. Noia era davvero disperata e i grossi singhiozzi scuotevano l’universo intero. Sole le girò la schiena per non vederla, ma cominciava a venire da piangere anche lui e i suoi raggi pendevano flosci e fiochi.

«Basta, basta, non ce la faccio più!» Sole non poteva abbracciare Noia o l’avrebbe bruciata, così si mise a girarle intorno sempre più veloce per asciugarle le lacrime con il suo calore. 

«Mi fai girare la testa, Sole,» ridacchiava Noia.

Sole si fermò con il fiatone, era un pezzo che non faceva il girotondo e si era proprio divertito e se si era divertito lui potevano divertirsi anche altri. 

«Ho un’idea, vieni con me» disse Sole e insieme a Noia cominciò a gridare per la galassia intera chiamando a raccolta tutte le stelle e i pianeti che si sentivano soli. Risposero in nove alla chiamata. In otto decisero di rimanere a fare il girotondo con Sole, mentre una stellina color melanzana preferì andare con Noia  a far venire idee meravigliose a chi si annoiava in giro per l’universo.

Al suo risveglio Sole aveva paura che fosse stato solo un sogno e invece eccoli là, tutti in fila di fronte a lui che giravano e saltellavano: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno.

Sole sorrise e andò a giocare.

Erika Casali

Pubblicato da Piccoli Grandi Sognatori

Progetto creativo e dinamico per grandi e piccini. Immagini e parole a servizio della fantasia.

2 pensieri riguardo “Storia di Sole che si annoiava

  1. Complimenti Erika! Il tuo racconto è molto interessante. I bambini dovrebbero consapevolizzare, con l’aiuto dei grandi, il valore della noia.
    È noiosamente solare, bello e divertente! Grazie! Elvira

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