Perché le coccinelle hanno i puntini

Matyas 5 anni (Repubblica Ceca)

C’era una volta, una coccinella meravigliosa che viveva in una radura verdeggiante contornata da alti alberi con foglie color arcobaleno e fiori splendenti e profumatissimi che rendevano l’aria leggera e allegra. Il suo nome era Carabella, aveva un corpicino allungato e il suo mantello rosso era luminoso anche nelle giornate d’inverno, piovose e nuvolose. Il suo dorso era pieno di bellissimi puntini, uno diverso dall’altro, alcuni erano rotondi e neri, alcuni ovali e altri piccolissimi e vicinissimi tra loro quasi a formare un simpatico formicaio a lavoro. Le zampette erano graziose, nere e andavano velocissime, soprattutto quando desiderava librarsi nell’aria. 

I suoi amici e la sua famiglia adoravano osservare Carabella intenta a volare perché aveva un modo tutto originale di farlo. Innanzitutto, puntava bene le sue zampette al terreno, poi prendeva un’energica rincorsa e infine apriva il mantello rosso, da dove spuntavano le alette trasparenti, e si lasciava trasportare dal vento e contagiare dalle sue stesse risate sonore e argentine. 

Adorava cavalcare il cielo azzurro, ogni volta era un’impresa fantastica, era un modo per gustarsi i profumi dei fiori e la frescura del ruscello, che si trovava poco lontano dalla sua casetta verde.

Carabella, come suggerisce il suo nome, era anche molto cara, o meglio molto  generosa una qualità che la rendeva felice e amata da tutti gli abitanti della radura, in particolare dalle sue amiche farfalle e formiche. Il suo nome era stato scelto dalla mamma e dal papà con l’intento di augurarle un’indole gentile. 

Tutti notavano che Carabella più cresceva e più il suo aspetto fisico veniva messo in evidenza dal modo cortese di rapportarsi agli altri. La coccinella, con spontaneità, riusciva sempre ad esaudire i propri desideri e a ricevere amore. 

Un giorno, durante un riposino pomeridiano, Carabella ricordò con gioia uno dei tanti aneddoti della sua adorata nonna Dolcenella e riprodusse tra sé e sé la sua voce: «Cara Carabella, un’antica leggenda narra il motivo dei nostri puntini sul dorso: rappresentano tutte le azioni generose che riserviamo agli altri e appaiono, come per magia, sopra di noi se le compiamo con lealtà e senza aspettarci nulla in cambio. La prima coccinella a ritrovarsi tanti puntini sul dorso fu Gentilnella, una principessa che aiutò tutte le famiglie povere del suo regno facendole lavorare, a turno, nelle varie cucine del suo castello. Era talmente generosa che aveva persino un puntino dorato sfavillante». 

Immersa in questo dolce momento di ricordi e desiderosa di accrescere il numero dei suoi puntini, Carabella venne interrotta dal saluto vivace della piccola amica Elchina, una formichina molto operosa. Era graziosa e sensibile, le piaceva tantissimo dividersi il lavoro con il suo papà, raccogliendo insieme le provviste di cibo in mezzo ai campi e trasportandole, a fine giornata, nel proprio formicaio. 

«Ciao, Carabella! Cosa fai lassù? Ti ho intravista mentre mi stavo arrampicando su questo tronco ossuto!» esclamò Elchina.

«Ciao, Elchina! Stavo riposando e mi cullava il ricordo delle parole di mia nonna Dolcenella. Cosa mi racconti?» chiese Carabella.

«Beh, non mi sento proprio bene oggi perché ho litigato, per l’ennesima volta, con mia sorella Serenina! E poi, fammi sfogare un po’ con te, non è una formichina così serena e tranquilla!» disse infastidita Elchina.

«Prova a dirmi il motivo del vostro litigio» la invitò Carabella.

«Beh, ci proverò! Lei mi rimprovera spesso che indosso i suoi vestitini eleganti, le  sue magliette con paillette, fiocchi e lustrini e le scarpette rosse con la punta arrotondata. E, per finire, non sopporta che gioco anche io con le sue amiche quando vengono a casa nostra» ribadì Elchina e poi aggiunse, senza notare che Carabella stava per parlare, «Io non capisco proprio come può prendersela così tanto, a me farebbe piacere se lei mi considerasse una sorella speciale. Mi farebbe sentire importante se indossasse i miei vestitini, ciò significherebbe che ho un guardaroba interessante. Mi piacerebbe tanto che lei giocasse con le mie amiche senza farci sentire delle “piccolette” , più siamo e più ci divertiamo!»

Carabella sorridendo le suggerì: «Hai mai provato a chiederle se puoi indossare i suoi abiti e giocare con lei e le sue amiche?»

«Ma è mia sorella! Non ci ho mai pensato! Lo faccio con gli altri ma non con Serenina, ho sempre pensato che tra sorelle non fossero necessarie tante smancerie»

Carabella le rispose: «Certo, Serenina ti adora, ma vorrebbe ricevere da te maggiore delicatezza. Lei apprezza la tua solarità e il tuo entusiasmo e io ti consiglio di non dimenticarti mai di utilizzare modi carini anche con lei! La gentilezza è da mettere in pratica con chiunque e non è mai troppa».

«Grazie, Carabella! Proverò a riprendere un buon rapporto con Serenina, le parlerò. Sono sicura che perdonerà la mia sbadataggine. Ciao!» gridò allontanandosi Elchina. 

«Ciao, Elchina! Ti aspetto qui domani, così mi racconterai come è andata». 

La mattina dopo, la mamma di Carabella notò che i puntini sul dorso della sua piccola erano aumentati e dalla gioia la abbracciò. Carabella era felice ed emozionata, andò all’appuntamento e guardando Elchina, elegante e con le scarpette rosse nelle zampette, capì che la sua amica era contenta di aver scoperto il miracolo della gentilezza.

Elvira Morella

Pubblicato da Piccoli Grandi Sognatori

Progetto creativo e dinamico per grandi e piccini. Immagini e parole a servizio della fantasia.

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