
Leo abita in un posto bellissimo e pieno di colori. Davanti alla sua casa c’è un parco con gli alberi dalle chiome verdi cariche di mele rosse e profumate. Leo, insieme al suo amico Toni, spesso coglie qualche frutto succoso per fare merenda. A Leo e Toni piace molto andare in bicicletta e giocare a nascondino o a pallone; quando sono stanchi, si siedono su una panchina in mezzo al parco, vicina alla strada sulla quale si affaccia la casa di Leo. Un pomeriggio, mentre Toni cerca di raccogliere una mela da un ramo un po’ alto, Leo, seduto sulla panchina, osserva le macchine che passano e la luce dell’estate che colora tutto ciò su cui si posa. La sua attenzione viene attirata all’improvviso da due strane automobili bianche e celesti: esse sono molto simili ai razzi che sfrecciano nel cielo per andare sulla luna e dai loro tubi di scappamento escono delle nubi rosse che si espandono nell’aria. Che cosa bizzarra! Leo vorrebbe fermarsi a riflettere, ma è tardi e bisogna ritornare a casa per la cena. I due bambini inforcano le biciclette e si dirigono verso il semaforo per attraversare la strada. Durante il tragitto, Leo racconta a Toni delle macchine-razzi, poi i due amici si salutano per ritrovarsi l’indomani. Leo, quella sera, non fa che pensare allo strano vapore rosso che si era sollevato da quei veicoli sfreccianti.
La mattina seguente, mentre cammina verso la scuola, Leo vede per la strada tante persone che gridano e si lamentano: «Non ci sono più i colori! Qualcuno ha rubato il rosso, e il giallo, e il verde! Come faremo adesso senza colori?».
Leo, preoccupato, guarda intorno a sé: per la strada sono davvero spariti tutti i colori! Camminava infatti assorto nei suoi pensieri e ancora non vi aveva fatto caso. «Che cosa terribile!» dice Leo a Toni, che gli corre incontro sui gradini della scuola. «Non sarà per caso collegata a quelle strane macchine-razzi che sono passate ieri per le strade della città?».
I due amici si ripromettono di andare a controllare dopo le lezioni la via davanti al parco, per trovare qualche indizio. In classe, le maestre non fanno altro che parlare di quel guaio: «Come faremo a vivere senza colori? Il sole sarà uguale alla luna, e il mare uguale ai prati! Poveri noi! Come faremo a insegnare ai nostri bambini il colore dei fiori?». Allo squillo della campanella, Leo e Toni corrono veloci nel luogo dove il pomeriggio precedente erano passate le macchine-razzi. Leo, che non aveva dimenticato la nube rossa che usciva dai tubi, vede per primo la scritta sul muro della casa che dà sulla strada. Con una vernice rossa che spicca sui toni spenti della via vi è impresso: «Abbasso i colori! Viva il grigio! Firmato: mago Acromio».
Leo e Toni si guardano sbalorditi: come possono fare per restituire i colori alla loro città che era tutta colorata e che adesso invece sembra coperta di cenere? Toni ha un’idea: per richiamare i colori ai loro posti, potrebbero provare a inventare delle filastrocche! A Leo sembra un ottimo tentativo, e Toni è il primo a cominciare: «Verde, verdolino dell’erbetta, torna alla tua casetta! Rosso, delle mele bel rosso, vieni via dal fosso!». Continua Leo: «Giallo del sole, raggio splendente, non uscire dalla mia mente! Cielo celeste e turchino, non giocare a nascondino!». I due amici osservano intorno speranzosi, ma nulla è cambiato: ovunque solo grigio in tutte le tonalità del grigio.
«Leo, Leo! Svegliati, amore: devi fare colazione, e poi il papà ti accompagna a scuola». Leo salta fuori dal letto e si stropiccia gli occhi gridando: «Mamma! I colori! Il cattivo mago Acromio ha rubato tutti i colori della città! È tutto grigio!». La mamma sorride e lo tranquillizza: «Hai fatto un brutto sogno. I colori sono tutti al posto loro. Vedi la tua bella maglietta arancione? E lo zaino verde e blu? Stai tranquillo, e vestiti». Ma Leo non è affatto convinto: «Ieri sono passate per la strada delle macchine-razzi che hanno spruzzato una nuvola rossa! Io e Toni abbiamo anche visto la scritta del mago». «Leo» lo interrompe la mamma, «ma non ti ricordi più che in città è arrivato il circo? Quelle sono le macchine che fanno pubblicità allo spettacolo. Abbiamo preso i biglietti per domani: sei contento?»
E la mamma abbraccia forte il suo bambino coraggioso, e Leo, felice, le dà un bacio. Il brutto sogno è sparito con i raggi del sole.
Ippolita Avanzini
continuano queste belle storie che hanno per protagonisti i piccoli.
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