
C’era una volta, Sorridrillo un coccodrillo grande, grosso e allegro. Viveva in una zona paludosa lontana da centri abitati, affollati e gremiti di uomini sempre di corsa. Moltissimi alberi massicci coloravano il panorama: i più maestosi si trovavano sulle montagne, erano gli Eucalipto con tronchi argentei e chiome verdi. Le loro foglie sembravano delle piccole fate leggere con un paio d’occhi pronte ad ammirare la natura florida che le circondava.
Sorridrillo era amato da tutti gli altri abitanti della palude, in particolar modo da Gioiadrilla, la coccodrilla più vanitosa che avesse mai conosciuto.
Era un rettile con un corpo allungato e ricoperto di squame di un verde scuro, lucente e tagliente. Aveva le zampe robuste, rispetto a quelle dei suoi cugini, lunghe con artigli ben affilati. La testa triangolare e gli occhi sporgenti gli conferivano un’aria simpatica, per questo motivo aveva tanti amici.
La sua coda appiattita, una volta, salvò Gioiadrilla da un coccodrillo spavaldo e presuntuoso che aveva avuto l’intenzione di portarla via con sé per costringerla a sposarlo. Da quel brutto episodio, lei provò un affetto particolare per Sorridrillo e le fu impossibile staccarsi da lui.
La giovane rettile apprezzava il carattere allegro dell’amato, gli riconosceva la capacità di scherzare su ogni situazione complessa in modo da trovare immediatamente la soluzione. Amava divertirsi e organizzava spesso, con l’aiuto di Gioiadrilla, picnic e serate musicali. Era un abile chef: le sue pietanze erano fangose e gustose, piene di insetti e carcasse maleodoranti.
A Sorridrillo piaceva prendersi cura di sé, si faceva visitare periodicamente dai dottori della zona: amava soprattutto andare dal dentista per curare il suo sorriso. Era un tipetto allegro, non poteva trascurare la sua dentatura!
Un giorno, durante una passeggiata con Gioiadrilla, vide un’insegna sopra un paletto di legno che annunciava una gara di caccia in acqua dal titolo “Il più bel morso dell’anno”. I due coccodrilli lessero che le iscrizioni erano ancora aperte e Sorridrillo avrebbe voluto tanto partecipare. A tal proposito, lo confidò a Gioiadrilla dicendo: «Cara, non ti ho mai detto che ho paura di nuotare come posso partecipare alla gara?» e aggiunse «Mi sento un fifone, ma sono terrorizzato dall’acqua».
Gioiadrilla sfiorò con la coda squamosa quella di Sorridrillo e poi gli disse: «Aspettavo da tempo che condividessi con me questa paura, avevo notato che rimanevi pochi secondi in acqua e poi preferivi uscire per trovarti il cibo e per gustartelo in un sol boccone».
Dopo avergli dato un bacio sul muso mormorò sottovoce: «Ognuno ha le sue paure non devi vergognarti, l’importante è affrontarle. Io so come aiutarti: conosco un esperto insegnante di nuoto che riuscirà a farti superare questo timore e a farti diventare un abilissimo coccodrillo d’acqua».
Sorridrillo, felice come se avesse davanti a sé tanti regali di compleanno da scartare, decise di iscriversi alla gara e di raggiungere la palude dove abitava il maestro Pinnadrillo.
Appena arrivò al rifugio del maestro si presentò dicendo: «Salve, Signor Pinnadrillo, vorrei partecipare al campionato di cui tutti parlano e ho dieci giorni di tempo per imparare a nuotare, possiamo riuscire nell’impresa?».
Il muscoloso coccodrillo rispose: «Se avrai tanta buona volontà nel raggiungere il tuo obiettivo riuscirò ancor prima a farti godere le acque fangose delle paludi circostanti. Ci vediamo domani per la prima lezione. Arrivederci».
«Grazie, arrivederci» rispose Sorridrillo.
Il coccodrillo andò a casa allegro e soddisfatto e, dopo la prima lezione, ce ne furono tante altre faticose. Ben presto riuscì a nuotare in una maniera spettacolare, da far invidia a tutti gli altri coccodrilli che stavano ad allenarsi per il grande evento.
Arrivò il giorno dei festeggiamenti: Sorridrillo aveva vinto la gara ma, soprattutto, aveva superato la sfida con se stesso: la paura dell’acqua era solo un ricordo sbiadito come i pensieri notturni. Inoltre, era stato premiato con un viaggetto lungo le coste dell’Africa e scelse di intraprenderlo con Gioiadrilla.
«Michelinoooo, Sveglia! È ora di prepararsi per andare a scuola! Muoviti, sono le ultime settimane prima delle vacanze estive!» urlò la mamma e aggiunse: «Rischiamo di fare tardi tesoro mio, dai salta giù dal letto».
Il bambino balzò in piedi e si rese conto di aver sognato l’adorato amico Sorridrillo. Era un super coccodrillo perché gli aveva suggerito la soluzione al suo piccolo problema.
Michelino andò subito dalla mamma e le disse: «Oggi vorrei iniziare le lezioni di nuoto, conosci un istruttore?»
La mamma rispose: «Certo tesoro! Hai avuto un’ottima idea».
Michelino felice ribatté: «Grazie mamma, i miei amici hanno organizzato una gara di nuoto per festeggiare l’arrivo dell’Estate e io vorrei imparare a nuotare».
Molto spesso, nella sua testolina di otto anni, si ritrovò a pensare con riconoscenza al suo amico immaginario che lo aveva ricaricato di tanta energia e lo faceva sentire forte, non aveva più paura di nulla.
Elvira Morella
dal sogno alla realtà. Un bella fiaba, arguta e divertente
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