
C’erano una volta una coppia di contadini che vivevano in una casa di pietra fresca e accogliente. Lavoravano i campi e accudivano gli animali della loro fattoria con amore e tanta energia. Erano allegri e conoscevano una miriade di storie interessanti da narrare ai loro nipotini.
Nonna Peppina e nonno Angelo erano i nonni che ogni bambino desidererebbe avere, regalavano tanta spensieratezza.
Pietro, il nipotino di sette anni, amava trascorrere le giornate estive in loro compagnia perché scopriva un mondo di curiosità sulla natura.
Il giorno del compleanno della nonna, Pietro si fece accompagnare da lei per festeggiarla. Si svegliò molto presto e, dopo pochi minuti, era già pronto.
Pietro e il papà Paolo, presero le bici e pedalarono fino alla casa di campagna del fattore Eustachio per andare a ritirare il regalo che avevano ordinato.
La cesta con la famiglia dei coniglietti era lì, con un fiocco giallo nel mezzo, che attendeva con pazienza. Partecipare all’entusiasmo e ai gridolini di giubilo di Pietro fu fantastico.
Il ragazzino, infatti, appena vide i coniglietti esclamò: «Eustachio, sono meravigliosi! Per ringraziarti ho preparato, con la mamma, questa torta di mele per te e per tua moglie Amelia» e il fattore soddisfatto esclamò: «Grazie Pietro, questi vispi animaletti sono in buone mani perché sono sicuro che i tuoi nonni si prenderanno cura di loro. Arrivederci e porta i nostri auguri a Peppina!»
Pietro, con un sorriso sfavillante, sistemò nel cestino posteriore della bicicletta i coniglietti mentre il papà prese i sacchetti di fieno, orzo, avena e crusca.
Infine, partirono a gran velocità verso la casa dei nonni. Appena arrivò li chiamò a gran voce per farsi aprire il cancello azzurro. Il nonno arrivò immediatamente e, con un sorriso sdentato, disse: «Ciao Pietro, la nonna ti sta aspettando in cucina, ha appena sfornato la pizza rossa con l’aglio e l’origano».
«Che belli tesoro, questa è una sorpresa grandiosa» disse la nonna osservando le bestiole e poi riprese: «Andiamo a metterli nel recinto accanto alle galline sotto un po’ di paglia».
Le gambe smilze di Pietro iniziarono a mettersi in moto e con in mano un secchio e una piccola ciotola da cucina riciclata esclamò: «Nonna, ho portato l’acqua, saranno assetati» e lei rispose: «Bravo, giovanotto!».
Dopo aver sistemato tutto, Pietro si mise ad ammirare i nuovi arrivati. Avevano un pelo morbido e pezzato, mamma coniglio e uno dei suoi piccoli erano grigi mentre papà coniglio e gli altri quattro figlioletti erano marroni e neri. Avevano occhioni neri e baffi lunghissimi, le orecchie lunghe, un musetto rosa molto grazioso e sempre in perlustrazione, le zampe lunghe, la coda corta e simile ad una pallina da ping pong e la pancia rosa che si gonfiava, come un palloncino, ogni volta che respiravano.
Mentre Pietro tentava di rifocillarli con le bucce di cetrioli e carote sentì una voce acuta: «Ciao piccolo umano, puoi aiutarmi a smontare la diceria che noi conigli siamo dei codardi fifoni?» Pietro, meravigliato, gridò: «Albicocca, non credevo che parlassi!»
Il bambino lo aveva chiamato in quel modo perché, in mezzo alle orecchie, aveva un grande neo dorato simile a un’albicocca che gli conferiva un’aria intelligente.
La bestiola riprese: «Il mio neo mi ha suggerito un modo per riuscire a esprimere tutte le mie reali caratteristiche» e Pietro, con entusiasmo, ribatté: «Avanti, dimmi tutto così ti accompagnerò nell’impresa».
Il coniglietto riprese: «Da quando sono nato ho sentito molti contadini lamentarsi del fatto che le volpi, durante le notti estive, entrano nei recinti per divorare galline, polli e papere» e Pietro disse: «Anche i miei nonni hanno questo problema. Pochi giorni fa mi hanno raccontato la sventura di Cocchina, la gallina che sforna più uova di tutte le altre. Stava per essere divorata da una volpe». Dopo qualche minuto riprese: «Nonno Angelo si è comportato da vero eroe perché è riuscito a impaurirla sparando in aria un colpo di fucile. Anzi, è stato un colpo di fortuna, altrimenti, nonna non avrebbe potuto preparare la crema per la sua torta di compleanno. Fammi indovinare, vorresti allontanare le volpi attuando un’azione sorprendente?»
E il coniglietto ribatté: «Stanotte, vorrei prendere di soppiatto la volpe e, se non vorrà ascoltarmi con le buone maniere dal mio neo dorato usciranno delle palline gialle che le provocheranno il solletico. Le darò talmente tanto fastidio che non si avvicinerà più ai recinti degli animali della zona».
«Hai avuto un’ottima idea Albicocca» disse Pietro e poi continuò: «Oggi dormirò con i nonni in modo che saranno i testimoni del tuo coraggio. Ricordati di fare fracasso, così li farò alzare dal letto».
Pietro salutò Albicocca dandogli un leggero bacino sul pancione rosa, lo avevano chiamato perché il pranzo era sulla tavola.
La nonna spense le ottantasei candeline insieme a tutti i nipotini e, quando scese la sera, andò a dormire. Pietro si sistemò in mezzo al letto con le orecchie ritte per captare ogni minimo rumore.
Stava per addormentarsi quando si sentì un rombo provenire dal pollaio. Sobbalzarono dal letto e si diressero velocemente verso il trambusto. Il nonno, intuendo cosa stava accadendo, portò con sé il fucile.
Lo spettacolo era avvincente: Albicocca era alle prese con la volpe testarda e le stava lanciando le palline gialle. Presto la videro correre a zampe levate. Da allora i nonni di Pietro sparsero la voce: i conigli sanno essere dei coraggiosi roditori.
Da quel giorno, Albicocca ricevette razioni doppie di avena, il suo cereale preferito.
È bene non credere a tutte le sciocchezze che si ascoltano.
Elvira Morella
simpatico racconto con il coraggioso coniglietto Albicocca.
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Grazie!!!!
È bene non credere a tutte le sciocchezze che si ascoltano!
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giusta osservazione. Troppe panzane in circolazione
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Belle le descrizioni, vedi perfettamente luoghi e persone
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Grazie Marica 🥰
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