La terra di Acisum

Sofia 8 anni (Italia)

C’era una volta, un luogo meraviglioso dalla natura incontaminata. Era attraversato da un ruscello dalle acque azzurre trasparenti, da fiori profumati e raffinati, da una varietà di volatili, farfalle e api. Grazie all’impollinazione degli insetti, Acisum splendeva di energia: la vita era rigogliosa e carica del canto degli uccelli, della vibrazione corale delle foglie al vento, dei raggi caldi del sole, dai svariati versi degli animali e dal silenzio profondo e sereno della terra che ospitava dentro di sé radici di piante e fiori.   

I cigni, bianchi e neri, erano gli inquilini che predominavano la terra di Acisum: con il loro corpo elegante e il collo lungo la rendevano magica e fatata. Una antica leggenda, infatti, faceva risalire la sua nascita al grande amore tra fata Ginkgo e folletto Arcobaleno.

Un giorno, in apparenza sereno come tanti altri, ape Gerbera, la più saggia delle creature di Acisum decise di riunire, nei pressi del ruscello, tutti i suoi abitanti per annunciare una triste notizia, sentita mentre ronzava all’interno di un casolare poco distante da lì. 

L’ape, dopo essersi schiarita la voce, annunciò: «Bentrovati cari Acisumeni, ho richiesto questa assemblea straordinaria per avvisarvi che gli uomini intendono impadronirsi della nostra casa».

Dalla folla, si sentì un gran frastuono e un ronzio rabbioso. In particolare, tuonò la voce del bellissimo cigno bianco, Aldigno: «In che modo intendono farlo? I miei piccoli e io non ci allontaneremo da qui e difenderemo il nostro territorio!»

L’insetto a strisce riprese: «Disboscheranno l’intera zona tagliando i portentosi alberi e i fiori dai profumi inebrianti, sfrutteranno le acque del prezioso ruscello e scaveranno la terra in profondità distruggendo tutto il verde che ci appartiene da generazioni».

La famiglia Fior, composta da farfalle con le ali arancioni come il tramonto, chiese: «E per quale ignobile ragione desiderano distruggere il nostro ambiente? Si credono i padroni della terra di Acisum?» 

Ape Gerbera, dopo aver richiesto a tutti di placare i propri animi, continuò: «Spesso gli esseri umani dimenticano che l’ambiente in cui vivono non è una loro proprietà, non rispettano gli altri abitanti e non cercano di convivere in modo armonico» e, dopo una breve pausa, svelò il motivo del pericolo: «Vogliono distruggere tutto per costruire alti alberi in cemento per vivere insieme alle loro famiglie e ruscelli di pietra nera per correre con le loro automobili».

Una paperotta, dalle piume color argento, disse: «Dobbiamo escogitare insieme un modo per allontanare questi uomini malvagi che pensano soltanto alle loro comodità! Riuniamoci domani, al tramonto, sotto la quercia rossa per condividere le nostre idee vittoriose. Viva la giustizia!»

Acisum fu avvolta da un silenzio diverso dal solito, meno sereno e accogliente, tutti erano ansiosi per la sorte del proprio territorio. I pensieri si accavallavano confusi nelle testoline di piante e animali. 

Il tramonto del giorno dopo non tardò ad arrivare. Cigni, papere, farfalle, fiori e api si confrontarono confusamente tra loro, in fila, a formare un prato colorato con i loro piumaggi e i loro corpi variegati. Aspettavano il proprio turno per essere ricevuti da ape Gerbera. Lei, infatti, avrebbe raccolto le varie proposte e ideato un’unica soluzione. 

L’insetto, si elevò sulle zampette posteriori, mettendo in evidenza la sua forma splendente, e ruppe il silenzio dicendo: «Cari Acisumeni, il mio compito non è stato affatto semplice ma sono pronta a enunciarvi il piano d’azione». «Ti ascoltiamo, dolce sovrana, per fare del nostro meglio» gridò una voce in lontananza. 

Ape Gerbera, annuendo con la sua testolina, continuò: «Voi cigni, papere, farfalle e api avendo il dono delle ali, le sbatterete con forza in modo da scacciare gli uomini e i loro attrezzi. Per chi può volare, beccherà le teste degli uomini, senza fare loro del male. Il nostro intento è solo allontanarli. È tutto chiaro?»

Risposero all’unisono con un sorriso di approvazione. E poi riprese: «Voi alberi e voi fiori, solleverete i vostri piedi dal terreno e correrete a gran velocità urtando i corpi degli umani, facendoli ruzzolare precipitosamente a terra. Avete ben inteso?»  

Acisum fu salvata grazie allo spirito collaborativo dei suoi abitanti e gli uomini capirono l’importanza del rispetto per gli altri esseri viventi. 

«Giorgia, posso mettermi accanto a te sul divano per riposarmi un po’?» disse il papà con la tazzina fumante del caffè tra le mani. La bambina, con entusiasmo e con le gambe raccolte in petto, rispose: «Certo papà! Posso raccontarti la storia che mi è apparsa davanti agli occhi osservando il quadro dipinto qualche anno fa da nonno Luigi?» 

«Ti ascolto, piccola» disse, in tono dolce, il papà di Giorgia.

Elvira Morella

Pubblicato da Piccoli Grandi Sognatori

Progetto creativo e dinamico per grandi e piccini. Immagini e parole a servizio della fantasia.

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