Giochi d’amicizia

Maksim 6 anni (Serbia)

Una palla tutta bianca, molto timida e impacciata, stava rintanata nel cesto dei giocattoli. Era triste perché nessuno la sceglieva mai per giocare e si ritrovava nascosta sotto pupazzi colorati e morbidi peluche, macchinine smaltate e trenini rossi fiammanti, pennarelli e libri di fiabe. 

Gli altri giocattoli, ogni sera, parlavano delle ore divertenti trascorse con i bambini, mentre lei non aveva nulla da raccontare e si sentiva abbandonata. 

«Oh, Mirta si sta avvicinando! Speriamo che questa volta mi tolga da qui!» Palla Bianca sperava nella bambina. 

«Mamma?» Mirta stava rovistando nel contenitore «Dov’è la mia Arabella? Non la trovo!»    

«È proprio lì dentro: ce l’ho messa stamattina.» la mamma aveva raggiunto Mirta nella cameretta e l’aiutò a cercare la bambola.    

«Eccoti! Andiamo a fare merenda in giardino, Arabella!» la bambina strinse tra le braccia la bambola di pezza dalle lunghe trecce bionde e se ne andò saltellando.   

Palla Bianca, delusa e amareggiata, ripiombò giù, sotto un grosso dinosauro grigio dai denti aguzzi e un cavallino di plastica marrone con la coda nera che, desolati, si scusarono: «Ops!»

«Non scoraggiarti.» un grazioso pappagallo di gomma rosso e verde cercò di rincuorarla «I bambini non ti scelgano perché non ti notano: prova a metterti in mostra! Non sei certo vivace tutta bianca come il latte e, oltretutto, vieni coperta da miriadi di giocattoli grandi e piccoli. Sei troppo timida, dovresti ricavarti un po’ di spazio in mezzo a tutti noi, altrimenti rimarrai sempre sola.» 

«Credi che io non ne soffra? I bimbi nemmeno mi vedono, non mi scelgono, non giocano mai con me.» Palla Bianca era affranta. 

In quel momento, apparve un visetto pieno di lentiggini e una piccola mano iniziò a cercare qualcosa nel cesto: Teo, sorridendo, prese il cagnolino di peluche Tobia e il pappagallo di gomma Beccogiallo: «Mamma, vado a giocare con Mirta.» 

Palla Bianca rimase là e cominciò a piangere perché né Mirta né Teo l’avevano degnata di un solo sguardo. 

«Coraggio!» un robot con il casco argentato e due antenne blu al posto delle orecchie, dispiaciuto per la situazione, la consolò: «Non serve a nulla piangere, dovresti cercare una soluzione: devi darti da fare per cambiare le cose e vincere la tua timidezza.»

«La fai facile tu.» si lamentò la palla «Grande come sei e tutto luccicante nella tua armatura, attiri lo sguardo, ma io, tutta bianca, sembro la testa vuota di un pupazzo di neve.»

«Ho un’idea!» un grosso pennarello blu sbucò fuori dalla scatola e si avvicinò alla palla «Ora, carina, cambiamo il tuo aspetto slavato!» e cominciò a colorare Palla Bianca con la sua bella punta brillante.

«Mi fai il solletico!» rise la palla rallegrata. 

«Ti aiuto anch’io! Sono così chic!» anche il pennarello rosa sgattaiolò fuori dalla scatola e in men che non si dica sulla palla spuntarono briose pennellate smaglianti.  

Palla Bianca cominciava a ravvivarsi e, grazie all’aiuto che stava ricevendo, provava un po’ più di fiducia in se stessa: «Oh, che meraviglia! Mi sto trasformando! Sto diventando sgargiante!» 

«Aspettate un attimo! Non vorrete lasciarmi da parte!» in un battibaleno il pennarello verde raggiunse i compagni e pitturò due originali macchie di smeraldo sulla palla che, ormai, era irriconoscibile. 

«Lasciate un po’ di spazio per me: i bambini mi adorano!» il pennarello rosso contribuì ai decori con il suo tocco squillante.

«Grazie, amici!» la palla esultò per la sua nuova veste! Non vedeva l’ora di farsi vedere allegra e pimpante. 

«Manca il tocco finale!» un altro pennarello saltò su all’ultimo minuto e … zac! Con la sua punta nera disegnò due occhietti tondi e furbi e un gran sorriso! La palla si guardò e rimase strabiliata: era tutta nuova, colorata e sorridente. I giocattoli si diedero da fare per formare un gruppo compatto e spingi di qua, tira di là, metti qui, sposta in su, la palla colorata si ritrovò proprio sopra tutti quando Mirta e Teo aprirono il cesto per riporre i giocattoli che avevano usato. 

«Wow! Abbiamo un giocattolo nuovo!» Mirta prese la palla e la lanciò in alto. 

Teo la riprese al volo e la passò a Mirta «È bellissima! Guarda che colori!» 

«E ha gli occhi e sorride! Torniamo a giocare in giardino con la palla nuova! Come la chiamiamo?» Mirta la  rigirò tra le mani e sfiorò la superficie liscia e brillante con la punta delle dita. 

«Che ne dici di Pallallegra?» Teo rise e rubò la palla a Mirta correndo in giardino. 

«Sì! Mi piace! Aspettami, voglio giocare anch’io!» 

Pallallegra, felice e sorridente, giocò con i bambini all’aria aperta e quella sera, nel cesto, raccontò emozionata che era stata lanciata in alto e ripresa al volo, aveva rimbalzato sull’erba ed era stata rincorsa! Ringraziò ancora gli amici che, ascoltando le sue appassionanti avventure, sorrisero soddisfatti.

Anna Abigail Cefis

Pubblicato da Piccoli Grandi Sognatori

Progetto creativo e dinamico per grandi e piccini. Immagini e parole a servizio della fantasia.

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