
C’era una volta e una volta non c’era, un palazzo variopinto e fatto di alghe che sul fondo del mare riluceva come madreperla nelle notti di luna piena. In quell’ampio luogo impreziosito da colonne di conchiglie, il mare stesso sembrava aver preparato il trono al più grande e maestoso tra i pesci. La balena era nata assieme alle grandi dorsali montuose sulle quali si adagiava l’oceano.
Il mare era sicuro che la grande stazza dell’animale ospitasse un grande cuore. Per questo motivo avrebbe regnato nel palazzo sul fondale blu portando armonia e giustizia tra le onde.
L’ultima nata di quell’antica stirpe era così grande che sedette sul trono di scogli del palazzo dopo pochi giorni dalla nascita. Poiché aveva pinne così grandi da poter offrire a molti pesci ombra e riparo dalle calde giornate estive, venne soprannominata la Dominante.
Il mare da quel momento fu calmo per molto tempo, tranquillo che l’armonia e la gioia fossero perseguite da tutti i pesci, i molluschi e i crostacei che seguivano Dominante.
Finché un giorno, l’ombra di strane nubi scure increspò la superficie dell’acqua su in alto, dove gli uccelli si libravano alti per assicurarsi il dominio del cielo.
Dominante amava i pesci, così disse che per proteggerli si sarebbe allontanata per controllare quale cielo avesse generato quelle stranezze scure che passavano lente sull’acqua generando lunghe ombre. Nel suo cuore, a ogni metro che la avvicinava alla superficie, si scoprì curiosa. Osservò molti giorni quelle nuvole dure e marroni, piegate come gusci d’ostrica per non affondare nell’acqua blu. Le piccole e strane creature con la pelle rosa erano preoccupate dalla profondità del mare. Parlavano intonando una melodiosa canzone con un ritmo che le era sconosciuto ma la affascinava, e per farlo usavano quei becchi morbidi e pieni di denti bianchi come perle.
Quando la balena scoprì quelle bizzarre creature senza pinne al di sopra dell’acqua, tornò al palazzo sotto il mare per darne notizia agli altri pesci.
Molti le confessarono di essere incuriositi da quelle nuove bestiole che si muovevano al di sopra dell’acqua senza mai esserne bagnate, così le proposero di seguirla la prossima volta che fosse andata lì. Altri, invece, la avvertirono, spaventati da quelle creature che chiamavano Uomini, avevano iniziato a prosperare lì dove il mare non arrivava. Essi non erano irrispettosi dei pesci poiché li incontravano solo quando si spostavano in mare con barche di legno per cercare una nuova terra. I pochi molluschi muniti di pinne, che erano sopravvissuti a un incontro diretto con gli Uomini, raccontavano che avevano il difetto di diventare aggressivi solo quando incontravano qualcuno o qualcosa che non conoscevano.
Il cuore di Dominante divenne cauto, ma non impaurito, poiché li aveva visti capendo che poteva passare sotto le loro piccole barche di nascosto, curiosa di scoprire dove fossero diretti.
In un giorno di sole, la balena vide ancora una volta l’ombra lunga e minuta delle barche di legno, salutò i sudditi e nuotò in superficie. Avvicinandosi, notò una donna con una lunga chioma d’alghe color delle stelle, che aveva cambiato pelle. Questo le ricordò i granchi perché il suo abito aveva lo stesso riflesso del tramonto. Sospirava afflitta nonostante la sua veste arancione si movesse sinuosa al vento. Dominante provò il desiderio di accostarsi a lei per confortarla con una delle sue ampie pinne, ma l’oscillazione della barca allertò gli Uomini a bordo, che dopo essersi svegliati, si radunarono a prua, per vedere cosa avesse causato quel movimento improvviso.
Gli Uomini divennero aggressivi, e mentre allontanavano la barca più in fretta che potevano, le lanciarono contro botti di legno che però rimanevano a galla sulla superficie dell’acqua.
Dominante si arrabbiò con loro e fece un balzo che sollevò una colonna d’acqua tanto poderosa da far tremare le pareti del palazzo in fondo al mare. Quel suo movimento fece capovolgere la casa galleggiante degli Uomini. Molti di loro non riemersero, tra i quali la donna con il piumaggio arancione colore tramonto. La balena si immerse a cercarla e la vide lottare con la veste che si faceva pesante e non le permetteva di tornare in superficie tra i suoi simili.
Dominante in quel momento capì che gli uomini non potevano vivere sott’acqua e la loro continua ricerca di una nuova casa, li aveva resi aggressivi. Perciò si decise ad aiutare la donna. Se la caricò sul dorso e la riportò lesta in superficie, sperando che gli uomini la seguissero, vedendola viva.
Avvenne ciò che Dominante aveva previsto, ma con molto più astio, urla e rabbia da parte loro di quanto si aspettasse. Gli Uomini presi dall’ira non notarono che Dominante li stava conducendo verso terra così, stanchi e frustrati dal lungo inseguimento colpirono la balena, facendo molta attenzione a non prendere la donna che però si rattristò quando vide Dominante soffrire per le ferite.
La balena si adagiò morente nell’acqua bassa, mentre sentiva sotto le pinne la carezza della sabbia e l’abito arancione della donna, morbido come una rosa.
La giovane si scusò con la creatura buona per il comportamento stolto degli Uomini e le promise che l’avrebbe ricordata per sempre dando il nome di Dominante alla terra che per merito suo, potevano chiamare casa.
Se guardate bene, esiste ancora una terra che si distende nell’acqua il cui soprannome è Dominante, in cui la tradizione vuole lo scambio di rose, in memoria dell’amore che la balena buona aveva mostrato verso gli Uomini.
Martina Conti
bel racconto che mette in luce come gli Uomini possano essere cattivi verso la natura
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