
In una giornata piena di sole in Messico, un giovane fungo marrone di nome Samuel era molto triste perché si sentiva uguale agli altri funghi e voleva distinguersi.
Non riusciva a capire perché le api e i calabroni andassero sempre a trovare le margherite e gli altri fiori del campo e non si fermassero mai a fare due chiacchiere con lui.
Fino a quando un giorno, dopo aver chiesto al sole di illuminarlo nella sua parte destra, Samuel non si accorse che in quel lato aveva delle lamelle e il cappello di un raro azzurro e violetto.
Era chiaro che stando all’ombra, come quasi tutti i funghi, Samuel non aveva potuto accorgersi di essere ben diverso dagli altri suoi simili.
Adesso riusciva ad attirare con i suoi colori anche le farfalle e gli altri insetti che si posavano sul suo cappello a far risplendere le loro ali in un’unione multicolore meravigliosa.
Samuel, però, era ancora molto triste e allora il sole gli chiese cosa altro desiderasse.
«Vorrei solo che le api e i calabroni prendessero un pezzetto di me e lo portassero altrove come fanno con il polline delle margherite e degli altri fiorellini di campo colorati».
«Perché mai vorresti questo? Sei un fungo e devi imparare che sei speciale in quanto tale, non puoi desiderare di essere qualcosa che non sei» gli rispose il sole e Samuel divenne ancora più triste.
Il sole si mosse a compassione e decise di donargli un’unica amica, un calabrone di nome Manuela che era schizzinosa e non amava viaggiare di fiore in fiore.
Manuela era simpatica e divertente e teneva compagnia a Samuel raccontandogli tutto quello che vedeva quando viaggiava in alto negli altri prati confinanti, senza però mai abbassarsi a nutrirsi di polline. Il calabrone, infatti, era ghiotta di frutta.
Samuel divenne così più allegro, anche se ogni tanto la malinconia di non poter viaggiare e venire illuminato completamente dal sole, come i fiori dei giardini lì vicino, ancora lo rattristava.
Venne poi l’inverno e Manuela non riusciva più ad andare a trovarlo così spesso; la pioggia pesava sulle sue alucce.
Così passò una settimana e Samuel fu lasciato nuovamente solo.
Questa volta però non era triste, perché la pioggia portata dall’inverno gli faceva luccicare tutta la livrea, le lamelle, il cappello e le spore, rendendolo interamente azzurro e viola: un fungo davvero speciale. Così Samuel comprese: bisogna rimanere se stessi per essere felici, e avrebbe aspettato la primavera per comunicare a Manuela la bella notizia. Le avrebbe suggerito di accettare anche lei se stessa in quanto calabrone. Il sole nascosto dietro una nuvola fece un grandioso sorriso e un raggio di sole accarezzò il cappello di Samuel. Il funghetto, a sua volta, guardò su in cielo e strizzò l’occhio al sole che aveva imparato ad amare senza pretendere troppi doni in cambio.
una bella favola che racconta come bisogna essere se stessi e non essere diverso dagli altri simili
"Mi piace""Mi piace"